Le Ultimissime Frontiere nella Cura delle Vene Varicose. Intervista a Novella 3000

Le Ultimissime Frontiere nella Cura delle Vene Varicose. Intervista a Novella 3000

L’ insufficienza venosa è un disturbo patologico della circolazione sanguigna che si manifesta quando le vene smettono di veicolare le giuste quantità di sangue dalle estremità al cuore.

Questa patologia cronica è molto diffusa, solo in Italia colpisce circa 20.000.000 di donne, e se trascurata può progredire al punto da compromettere la qualità di vita. La diagnosi precoce riveste, quindi, un ruolo importante: le eventuali complicanze (tromboflebiti superficiali, ulcere da stasi e trombosi venose profonde) non devono essere sottovalutate e il problema deve essere affrontato con tempestività, già alla comparsa dei primi sintomi.

“Dolore, pesantezza, bruciore ed edemi agli arti inferiori, sono segnali da non sottovalutare, che dovrebbero spingere una persona a sottoporsi tempestivamente ad una visita angiologica con ecocolordoppler.
Grazie all’ausilio di quest’ultimo esame, che valuta la morfologia e la funzione delle vene degli arti inferiori, si è in grado di determinare lo stadio della patologia e consigliare, di conseguenza, la terapia più efficace” sostiene il dott. Umberto De Rosa, Medico Chirurgo, specializzato con il massimo dei voti in Chirurgia Vascolare presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Un esperto della materia, che ha maturato numerose esperienze professionali presso i più accre- ditati Centri di Chirurgia Vascolare degli Ospedali A. Cardarelli e V. Monaldi di Napoli e della Casa di Cura Villa dei Fiori di Acerra.

Dott. De Rosa, come viene trattata oggi questa patologia?

La chirurgia tradizionale mediante “stripping” è una metodica che prevede l’ aspor- tazione della vena safena malata, la vena più lunga del corpo umano che va dalla caviglia all’inguine. Al termine di tale procedura, le incisioni vengono suturate e la gamba del paziente sottoposta a compressione con calza elastocompressiva. Negli ultimi anni, tale metodica è sempre meno utilizzata e si tende, tuttavia, ad avere un approccio non demolitivo e il più conservativo possibile: le avanzate tecniche laser, eseguite in anestesia locale, permettono di risolvere il problema in modo definitivo, consentendo al paziente una prontissima e sicura ripresa.

Di cosa si tratta?

Il laser è uno strumento all’avanguardia, in grado di adattarsi alle singole esigenze del paziente. In ambulatorio – non più in sala operatoria come per la chirurgia tradizionale – e in anestesia locale, viene punta la vena, sotto guida ecografica, e inserita una fibra ottica che alla punta emette energia laser; il calore indotto denatura la vena.

L’effetto è una contrazione immediata del vaso e una conseguente occlusione venosa verificabile con ecografia intraoperatoria. Quali sono i vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale?

A parità di risultati, la differenza è sostanziale sia nella procedura che nel post operatorio. Il trattamento laser è decisamente meno invasivo ed è solo circoscritto alla vena; non sono coinvolti i tessuti circostanti, quindi non compaiono ematomi.
Non vengono applicati punti di sutura e il paziente, senza dolore, può ritornare immediatamente alle proprie attività lavorative e quotidiane.

È per quanto riguarda la terapia con farmaci sclerosanti?

La terapia sclerosante viene utilizzata quando si è in presenza di vene dal percorso particolarmente tortuoso, perché la fibra del laser naviga con difficoltà all’interno di esse, o quando quest’ultime sono molto superficiali. In questo caso la schiuma, mediante un ago, è introdotta a diverse concentrazioni all’interno di un vaso venoso, attraverso la puntura diretta ecoguidata. La mousse iniettata rapidamente, provoca prima uno spasmo della parete vasale e successivamente, una infiammazione della stessa che provoca la chiusura cicatriziale e, quindi, il riassorbimento del vaso trattato, in maniera indolore e irreversibile.

La scleroterapia è un trattamento ambulatoriale rapido ed efficace.

Lei si è perfezionato in Medicina Estetica conseguendo il Master di Medicina Estetica e del Benessere presso l’istituto di Alta Formazione di Roma con l’obiettivo di approfondire il trattamento degli inestetismi del corpo derivanti patologia venosa degli arti inferiori.

Le alterazioni della circolazione venosa e linfatica sono la principale causa della cellulite: ristagno di liquidi e cataboliti fra le cellule, scarsa ossigenazione e fibrosi del tessuto sottocutaneo.

L’80% delle donne italiane lamenta la presenza di cellulite nelle zone delle cosce, dei glutei e dei fianchi. Per combattere questi inestetismi cutanei, la Carbossiterapia si sta oggi dimostrando davvero molto efficace, sicura e meno fastidiosa di altre tecniche interventistiche.

L’anidride carbonica iniettata a livello dermico o sottocutaneo migliora infatti il microcircolo, drena i liquidi e le scorie, innesca il meccanismo di ossidazione dei lipidi ( effetto “brucia grassi”) e migliora la texture cutanea. 1 risultati sono davvero straordinari.